I tassi di interesse in DeFi sono in crollo sulle stablecoin, ma qualcosa sta cambiando

Il mondo DeFi sembra in grande sofferenza alla luce dei numerosi crolli nei mercati finanziari tradizionali e quelli legati al mondo dei cripto asset.

I tassi di rendimento di USDC, ad esempio, sono ad oggi mediamente più bassi dei tassi di interesse sul tesoro americano.

Nonostante un mercato ribassista però, gli analisti ritengono che in futuro i tassi di DeFi tenderanno ad essere essere in linea, se non superiori, ai mercati tradizionali

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L’intero comparto DeFi ha visto un forte calo poiché il mercato è oggetto di continui sbalzi in seguito della crisi di liquidità. A partire dal disastro Terra Luna, fino al più recente evento che sta riguardando Celsius Network. 

La capacità di generare rendimenti a basso rischio in DeFi (finanza decentralizzata) è crollata ai minimi storici. I piú colpiti sono i tassi di interesse delle stablecoin nel mercato dei prestiti.

I tassi di interesse sulle stablecoin in DeFi

I tassi di interesse USD Coin (USDC) sul protocollo di money market Aave sono allo 0,76% e su Compound allo 0,24%. A partire da questo martedì, entrambi si trovano addirittura ad un tasso inferiori all’ultimo rendimento dell’1,18% sul buono del tesoro americano a quattro settimane. Ribaltando con decisione quanto accadeva non più tardi di qualche mese fa, durante la fase di mercato fortemente rialzista.

“Alcune persone lo hanno definito un circolo virtuoso utopico. Altri la chiamavano semplicemente avidità”, ha scritto l’analista Ben Giovo nella newsletter di Bankless. “Il fatto è: la riflessività taglia in entrambi i modi.”

L’attività on chain ha subito una flessione in seguito al generale calo dei prezzi, il che ha reso meno attraente l’impiego di capitale nella DeFi, finchè offre rendimenti inferiori, ha spiegato nel post.

La situazione della DeFi e le prospettive future per i rendimenti su stablecoin

A maggio di quest’anno la capitalizzazione di mercato delle prime quattro stablecoin è diminuita di quasi 7 miliardi di dollari, mentre gli investitori hanno cercato di riscattare i loro token in moneta fiat. 

Dopotutto, non ci sono molti motivi nel voler correre il rischio di detenere stablecoin, se non c’è nessun posto dove generare un rendimento sicuro superiore al tasso offerto da strumenti tradizionalmente quasi privi di rischi.

Tuttavia, Giovo non era eccessivamente preoccupato. Sostiene infatti che “I prestatori DeFi si stanno intersecando con le attività del Meatspace (ndr. meatspace = “mondo non digitale”, ossia il mondo fisico) per cavare questo ragno dal buco“.

Le parole degli analisi

Dustin Teander, analista presso l’istituto di ricerca Messari, è d’accordo con questa visione, ritenendo che i tassi di deposito più bassi rispetto ai mercati tradizionali siano dovuti più che altro a un mercato più piccolo piuttosto, non certo a una vera carenza strutturale dei protocolli.

“Allo stato attuale, l’attività di prestito DeFi è in gran parte limitata al finanziamento della leva commerciale speculativa di breve termine”, ha detto a Blockworks. Durante un mercato rialzista, i mutuatari erano disposti a pagare per la leva finanziaria. Ma ora, il deleveraging è pressoché d’obbligo per la stragrande maggioranza dei piccoli e grandi operatori.

“Poiché abbiamo visto diminuire i prezzi, la domanda di leva finanziaria e prestiti si è notevolmente ridotta, causando in coda a tutto una netta riduzione nei tassi di deposito”.

Teander ritiene che andando avanti, i tassi di DeFi “si avvicineranno a essere in linea, se non al di sopra, dei mercati tradizionali” insieme all’espansione dei mercati da poter sviluppare. Ha poi sottolineato che i protocolli hanno già creato attività di prestito più integrate con i mercati tradizionali. Ad esempio pensiamo al prestito di asset nel mondo reale di MakerDAO e il protocollo Arc di Aave.

“Nel tempo, questo aprirà le porte ai tassi di deposito DeFi per disaccoppiarsi dall’essere puramente guidati dalla domanda commerciale speculativa e passare a essere più orientati al commercio come si vede nei mercati tradizionali”, ha affermato con una vena di ottimismo per il futuro.

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