Russia-Ucraina, il conflitto rivoluzionerà anche il mondo delle criptovalute, cosa aspettarsi

I conflitti militari nel 2022, quelli che sono destinati a cambiare, nella peggiore delle ipotesi, la geografia di una nazione, non si combattono solo con i missili, i carroarmati e i kalashnikov.

Le conseguenze della disastrosa guerra tra Russia e Ucraina non comporta, giorno dopo giorno, solo la perdita di vite umane. La rivoluzione, il cambiamento, lo respiriamo e lo percepiamo quotidianamente anche nell’economia mondiale.

Il crollo del rublo favorirà le criptovalute

Non può essere da meno nemmeno il mondo della new economy con le sue criptovalute. Parole e pensieri del filantropo ed esperto di finanza Bill Miller, investitore veterano e miliardario, figura di spicco dell’economia internazionale.

Il conflitto Russia-Ucraina favorirà l’ascesa delle cripto. Parola di Bill Miller

Non è tutto oro quello che luccica, in finanza, così come non è detto che le conseguenze nefaste che potrebbero colpire la Russia attraverso i colpi di mannaia delle sanzioni della Nato, non possano addirittura giovare al mondo dei bitcoin.

E’ davvero possibile tutto questo? E’ possibile che la perdita di potere economico dell’impero di Putin non possa che portare effetti benefici alle criptovalute?

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I nemici della Russia puntano dritto a minare il suo potere economico

In una recente intervista alla CNBC, rilasciata mercoledì scorso, Miller non nasconde che il crollo vertiginoso del rublo russo, la chiusura di molte società russe con sede all’estero e l’estromissione di molte banche dai grandi circuiti finanziari, potrebbero permettere ai bitcoin di avere una impennata non da poco.

Bill Miller, le cripto e le sanzioni Nato

Il rublo crolla e i bitcoin salgono di valore? Certo, è immaginabile secondo le previsioni di Bill Miller. Ricordiamo che Miller è fondatore della celebre Miller Value Partners e attualmente ne ricopre il ruolo di presidente e chief investment officer. Gestisce i fondi Opportunity Equity e Income Strategy dell’azienda. Prima di Miller Value Partners, ha co-fondato Legg Mason Capital Management.

Insomma, in fatto di economia e finanza non è certo un novellino. Cosa sta accadendo, di preciso, secondo Miller, con le sanzioni imposte dalla Nato e la discesa a dir poco vertiginosa del rublo?

Banca Centrale russa nel mirino della Von Der Leyden

Una guerra che almeno per ora Usa e Ue hanno deciso di combattere a suon di “punizioni esemplari”. E mentre Putin minaccia di controllare l’intero apparato delle centrali nucleari, la Von Der Leyden ha parlato chiaro la scorsa settimana in termini di strategie e di colpi pesanti da infliggere alla Russia.

La presidente della Commissione europea ha dichiarato senza mezzi termini: “Bloccheremo tutte le transazioni della Banca Centrale Russa”. Parole di fuoco.

L’esclusione di numerose banche russe dal circuito swift non è un fatto casuale. E’ come se il gigante russo avesse subito continue botte alle ginocchia e stesse per crollare.

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Crollo del rublo, ascesa delle cripto

A seguito di tali sanzioni, del resto, i dati sull’andamento monetario parlano chiaro e sono schiaccianti. Il rublo è crollato di oltre il 25%, mentre i cittadini russi hanno iniziato a cercare strumenti finanziari alternativi per preservare i propri risparmi.

Miller non ha dubbi, i numeri confermano le sue previsioni. I volumi di scambio di bitcoin nella regione sono aumentati a livelli record.

I contenuti del discorso di Bill Miller non fanno una grinza. I poteri forti dei “nemici di Putin” oggi mirano a distruggere economicamente la Russia. La maggior parte delle riserve economiche russe sono in dollari e in euro. Stiamo parlando di riserve in valute che Usa e Nato possono controllare e veicolare come vogliono.

I nemici possono toccare tutto tranne l’oro

Se oggi la Russia avesse il suo patrimonio in bitcoin sarebbe inattaccabile. Imperforabile. Al momento solo il 22% delle riserve in oro non può essere manipolato dai grandi nemici di Putin.

Tutto questo non fa che giovare alla crescita del valore dei bitcoin, il cui prezzo è destinato al rialzo proprio perché potrebbero essere non pochi gli oligarchi russi nel mondo, e non solo loro, decisi a convertire i loro beni in criptovalute prima che i colpi di mannaia della Nato li spazzino via.

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