Il co-fondatore e co-presidente del colosso del private equity The Carlyle Group afferma che gli scettici sulle criptovalute saranno presto duramente smentiti.
In una nuova intervista con il CEO di Citadel Ken Griffin, David Rubenstein afferma di credere che le risorse crittografiche siano qui per restare.
“Ora penso che le criptovalute non spariranno, come hanno pensato alcune persone.”
Sebbene non abbia acquistato alcun asset crittografico, Rubenstein afferma di fare investimenti indiretti nel settore degli asset digitali.
“Non ho investito in criptovalute. Ma ho investito nel mio family office attraverso aziende che servono l’industria. Questo perché penso che l’industria non finirà presto. E non riesco a scegliere quale delle 18.000 criptovalute funzionerà. Ma penso che l’industria non se ne andrà”.
Il miliardario appoggia e promuove Bitcoin e criptovalute
L’investitore multimiliardario afferma che le criptovalute fanno appello a particolari dati demografici perché sono portatili e resistenti alla censura. In particolare in un momento in cui le tensioni internazionali e la disastrosa situazione economica e finanziaria in tutto il mondo stanno aumentando drasticamente.
È evidente che molte persone favoriscono questo tipo di contenuti anti-governativi. Molti di loro hanno una visione del mondo libertaria o forse più conservatrice. Non è governato dal governo. Desiderano investire una parte della loro ricchezza in attività che il governo non può monitorare o con cui interferire.
Puoi spostare i tuoi soldi ovunque nel mondo se li investi in qualcosa noto come cripto, dove il governo non ha idea di cosa possiedi. Non perderà valore a causa dell’inflazione governativa. Investire parte dei tuoi soldi in prodotti o asset di questo tipo non è una cattiva idea.
Ricordiamoci sempre che oltre ai rischi di deprezzamento o illiquidità nel mercato per vendere i propri asset, un rischio di incalcolabile portata è portato dall’azione dei poteri centrali. I cittadini di nazioni governate da regimi autoritari, o più banalmente la schiera milionaria dei cosiddetti “unbanked”, non ha altro modo ad oggi di proteggere i propri averi e la propria libertà in questo modo.