Premier League, i calciatori vogliono essere pagati in Bitcoin: il motivo

Calcio e criptovalute ancora una volta insieme. In Premier League alcuni calciatori chiedono lo stipendio in Bitcoin. Vediamo bene perché.

I calciatori sono sicuramente tra gli atleti più pagati nel mondo dello sport. In Premier League sembra essere vicina una svolta davvero epocale: gli stipendi in Bitcoin. Forse lo vedremo già a partire dalla prossima stagione, filtra cauto ottimismo.

bitcoin premier league
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Il calcio è uno degli sport più popolari al mondo, e tantissime persone si stanno avvicinando alle criptovalute a partire proprio dalle pubblicità che vedono durante le partite. Questa notizia, relativa a quello che probabilmente è il campionato di calcio più avvincente, sicuramente accelererà il processo di adozione. L’Inghilterra si approccia al mondo delle criptovalute per la prima volta nel 2018, con alcuni accordi tra le squadre inglesi e le aziende in criptovaluta.

Da allora bitcoin ha più che raddoppiato il suo valore, e tutti sanno di cosa stiamo parlando, anche gli scettici. Oggi ci sono migliaia di esempi illustri di partnership tra il mondo sportivo e quello della finanza decentralizzata, e sembra essere solo l’inizio.

Premier League: arrivano gli stipendi in Bitcoin

Sembra che dalla prossima stagione i giocatori potranno scegliere se essere pagati in Bitcoin o meno. Se pensi a quel tuo amico che ha sempre da ridire sulle criptovalute, questo sembra decisamente un passo in avanti. Noi non siamo più di tanto sorpresi, anche se è fondamentale considerare sempre i rischi associati.

Riportando le parole del The Mirror:

I calciatori del campionato inglese chiederanno parte dello stipendio in Bitcoin. Il giocatore dell’Arsenal Kieran Gibbs lo ha già fatto.

Come spesso accade, tutto ciò che serve in una situazione come questa è un personaggio illustre che apra la strada agli altri. Molti stanno già pensando di imitare Gibbs per diversificare il proprio stipendio.

Forbes fornisce un’interessante proiezione degli asset digitali nei prossimi anni:

Il mercato delle criptovalute nello sport raggiungerà i 5 miliardi di dollari entro il 2026.

I calciatori della Premier League preferiscono ricevere lo stipendio in sterline o in Bitcoin?

La notizia ovviamente sta facendo rapidamente il giro del mondo. Sempre più aziende e professionisti si stanno attrezzando per rendere possibili questo tipo di pagamenti. Questo potrebbe essere un cambio di paradigma epocale, che inizia nel calcio e chissà dove finirà.

Il sito inglese Latest Page News ha sondato il terreno:

I giocatori del campionato inglese hanno già chiesto di ricevere parte dei loro compensi in Bitcoin dopo la decisione del calciatore dell’Arsenal.

A detta di Gibbs è più semplice da realizzare di quanto sembri, ma il quadro – soprattutto normativo – non è ancora molto chiaro. Quale sarà la reazione delle autorità di regolamentazione?

Il calciatore dell’Arsenal Gibbs NON è stato il primo a richiedere lo stipendio in criptovaluta

Chi conosce il calcio e le criptovalute sa benissimo che Kieran Gibbs è notoriamente un appassionato di Bitcoin. Entrando più nei particolari, il terzino della Premier League percepisce il 50% del suo stipendio netto in Bitcoin. Ma il primo calciatore in assoluto ad avere un compenso di questo tipo è stato David Barral.

Prendendo in considerazione altri sport, molti atleti percepiscono i propri compensi in Bitcoin.

Ecco perché il calciatore della Premier ha scelto di farsi pagare in Bitcoin

Uno dei motivi per cui Gibbs riceve di fatto la metà del suo stipendio in Bitcoin è la sua passione per uesto settore e la conseguente volontà di usare la sua visibilità per farlo crescere il più possibile. Anche altri calciatori della Premier League e non hanno intenzione di fare lo stesso. Come accennavo prima, non sarebbe così complesso operativamente.

Il terzino dell’Arsenal si è confrontato molto con i colleghi, ed in una recente intervista ha dichiarato:

Molti miei colleghi mi hanno telefonato per chiedermi informazioni su questo. Non consiglio nulla a nessuno, parlo solo della mia esperienza.

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