Crash di Bitcoin, le cause possono essere queste tre: cosa tenere sotto controllo

Il crollo del prezzo di Bitcoin sembra non arrestarsi, investitori e trader stanno vivendo giorni di grande tensione e i mercati sembrano impazziti. Ecco le possibili cause

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La correzione sulla criptovaluta regina del mondo cripto, purtroppo per la maggior parte degli investitori, si è ulteriormente aggravata; Bitcoin attualmente è sceso sotto la soglia dei $35,000 e sembra puntare dritto ai $30,000. Gli indicatori mostrano inoltre solo indici di lateralizzazione non del tutto chiara.

In precedenza, poco prima del periodo natalizio si erano già manifestate resistenze attorno ai $55,000 e gli indicatori prospettavano correzioni imminenti, ma la “situazione“ si era lentamente stabilizzata, anche se era ovvio attendersi movimenti imminenti.

Le cause che possono aver fatto crollare Bitcoin

Le cause del crollo di questi giorni sono certamente molteplici. Un primo dato da considerare è che nelle ultime settimane si è assistito ad un ingente “spostamento “ di “coldwallets” verso gli Exchange da parte di diverse “balene “ (nel gergo le Whales, ovvero grossi detentori di riserve di cripto monete in attesa di liquidare o acquistare a seconda del mercato  in attesa di liquidare al prezzo più congruo al margine di realizzo resistente.

Così, mentre il mercato ha “lateralizzato” per un paio di settimane, quando anche elementi “esogeni” quali gli ETF collateralizzati su bitcoin, hanno criticizzato il loro timing, le vendite hanno riversato il mercato di posizioni da liquidare. E come si sa, il “FUD ( Fear Uncertainly Disinformation ) sentiment” è sempre in agguato in un settore ove il più delle volte si effettuano acquisti o investimenti solo per speculazione o per fare margini su consigli non del tutto congruenti.

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Le variazioni nelle riserve di Bitcoin sugli Exchange (Credits: https://markets.chainalysis.com/)

Operare sul cripto mercato, è bene che si sappia che non ha più implicazioni scollegate da ciò che accade ai mercati delle borse tradizionali. Soprattutto per quanto accade al di là dell’oceano, in virtù del fatto che ultimamente, diversi “prodotti” posizionati sui mercati FIAT tradizionali, sono “collateralizzati” al bitcoin, ETF soprattutto, e nei momenti in cui notizie e dati dell’economia reale influiscono su tali “derivati”, ecco che le vendite, che avvengono in settori del tutto estranei dal mercato cripto in se, possono determinare liquidazioni a catena. Così facendo riversano disponibilità non del tutto compensata dalle rewards della chain, da questo quindi, il valore di bitcoin di $35,000, che fungeva da resistenza, potrebbe subire un ulteriore calo.

La retorica sull’inflazione della Fed

Ciò che accade in USA, in merito alla politica monetaria, ed in merito all’economia reale, è indice di reazioni contrastanti, infatti mentre l’inflazione in US potrebbe fungere da “promotore” per Bitcoin, le azioni del governo e della FED (Federal Reserve) contro l’inflazione stessa, non stanno giocando a favore della prima cripto valuta mondiale.

Al fine di controllare l’inflazione nel paese, quindi il governo degli Stati Uniti mira ad aumentare il tasso di sconto e cambiare così la politica monetaria, il che influenzerà nei prossimi mesi gli asset rischiosi come le criptovalute ed altri titoli.

L’incertezza sui mercati

Come suggeriscono i dati di mercato, inclusi i tassi di finanziamento, i trader stanno attualmente seguendo la tendenza generale, e investono di più in ordini brevi piuttosto che scommettere sull’inversione.

Tale sentimento è più probabilmente legato al rapido aumento dell’hashrate e alla potenziale pressione di vendita in arrivo dall’aumento del numero di minatori di Bitcoin. Il suddetto rafforzamento della politica monetaria potrebbe anche fungere da carburante per un sentimento ribassista sul mercato.

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Regolamenti aggiuntivi

Sebbene la capitalizzazione del mercato russo delle criptovalute rimanga lontana dai concorrenti più vicini, come gli Stati Uniti o altre parti della regione della ex CSI, il divieto completo dell’utilizzo e del mining di criptovalute sarebbe comunque considerato un colpo basso per il mercato.

A questo poi le voci di un possibile BAN a livello europeo solamente per le blockchains adottanti il Proof of Work (POW) quali Bitcoin ed Ethereum, a favore da altre infrastrutture meno energivore, in virtù dell’approvazione delle fase di stage due del European Blockchain Services Infrastructure (EBSI), insidierebbero il dubbio che la vita, potrebbe essere molto più difficile per “ miners ed Hodlers” persino sul territorio europeo.

Ecco. Se si voleva assistere ad un meltin pot di fattori critici coincidenti tutti assieme nello stesso momento, il mercato ci ha accontentato su tutta la linea.

 

*Disclaimer: l’opinione qui espressa non è un consiglio di investimento, ma viene fornita solo a scopo informativo. Ogni investimento e ogni trading comporta dei rischi, quindi dovresti sempre eseguire le tue ricerche prima di prendere decisioni. Non consigliamo di investire denaro che non puoi permetterti di perdere.

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