Zuckerberg deposita lo statuto di Libra Association: la criptomoneta è ora ufficiale

Giovane e miliardario: questo è Mark Zuckerberg, fondatore di Facebook, il social più famoso al mondo e che ha cambiato radicalmente il modo di interfacciarsi con il mondo e gli altri. La prossima sfida di Zuckerberg si chiama Libra, valuta virtuale di Facebook, che debutterà nel 2020 ma che ha già scatenato un oceano di polemiche.

Non curante delle minacce arrivate da importanti organi istituzionale, Mark ha depositato a Ginevra lo statuto di Libra Association. Lo scopo della moneta virtuale è subito lampante fin dal primo articolo: “Raggiungere miliardi di persone attraverso la creazione di una moneta globale ed un ecosistema finanziario”.

Registrato il 31 luglio presso il Registro del Commercio di Ginevra e poi pubblicato il 6 agosto, lo statuto mette in chiaro un concetto che molti ancora considerano poco: le potenzialità della moneta Libra. L’unica ad aver sentito l’odore del pericolo è la Commissione Europea, che si è subito attivata per capire se questo progetto possa creare grattacapi alla libera concorrenza nell’UE. Prima di avviare un’inchiesta formale, la Commissione ha fatto recapitare dei questionari alle società coinvolte nel progetto Libra.

Ma quale è il reale timore della Commissione UE? Svantaggiare pesantemente la concorrenza, considerando che Facebook conta circa 2,23 miliardi di utenti attivi, circa un terzo della popolazione mondiale. L’indagine riguarderà struttura e membri della governance, ossia il consorzio che gestisce Libra e che è composto da 27 membri, tra cui spiccano colossi come Visa, Mastercard, PayPal, Vodafone, Iliad, lo stesso Facebook, Spotify e Uber.

Certamente il cammino di Libra sarà pieno di ostacoli, ma Zuckerberg è convinto di superarli agevolmente, soprattutto dopo essere riuscito a depositare lo statuto. I nemici dichiarati della criptomoneta sono Donald Trump, che sta continuamente manifestando forti preoccupazioni, il Financial Stability Board, il Financial Conduct Authority, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il Ministro dell’Economia Giovanni Tria.

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