Le spese bancarie ingiustificate obbligano le banche al rimborso. Ecco la procedura per riottenere tutte le somme non dovute.
La gestione di un conto corrente bancario comporta l’applicazione di costi e oneri periodici, che variano in base ai servizi garantiti dagli istituti di credito e alle condizioni contrattuali accettate dai clienti. Le regole relative alla corretta esecuzione delle commissioni bancarie sono contenute nel Testo Unico Bancario (D. lgs. n.385 del 1993).

In particolare, l’art. 117 della normativa stabilisce che tutte le condizioni contrattuali, tra cui i costi, devono essere specificate per iscritto. Ma non tutte le commissioni addebitate dalle banche sono dovute. Se indebite, gli interessati possono inviare richiesta di rimborso.
Commissioni bancarie: in quali casi non sono legittime?
Nel caso in cui una commissione non sia dichiarata nel contratto stipulato tra la banca e il cliente, è da ritenersi illegittima. Allo stesso modo, non può essere considerata valida se non è scritta in maniera chiara e dettagliata, ma risulta generica.

Tale principio, ad esempio, è stato sottolineato dalla sentenza della Corte di Cassazione n. 19825/2022. Le banche, inoltre, non possono introdurre costi aggiuntivi arbitrariamente. In ogni caso, spetta alla banca l’onere della prova relativo alla legittimità delle commissioni addebitate.
Alla luce di tali considerazioni, prima di firmare un contratto con un istituto di credito, è sempre necessario controllare la presenza di particolari clausole relative a spese di gestione del conto, commissioni per le operazioni e spese per servizi aggiuntivi (ad esempio, l’uso delle carte di credito o l’invio di comunicazioni cartacee).
Rimborso delle commissioni bancarie: la procedura da seguire
Ci sono due particolari tipologie di spese bancarie, che vengono addebitate a coloro che chiedono un finanziamento alla banca: le spese di istruttoria e quelle di incasso rata. Le prime servono a coprire i costi per la valutazione e la formulazione della pratica di finanziamento e, di solito, hanno un importo che dipende dall’ammontare del prestito.
Le spese di incasso rata, invece, sono legate alla gestione delle rate del finanziamento e vanno da un minimo di 1 euro a un massimo di 3 euro a rata. In alcune ipotesi, come l’estinzione anticipata del finanziamento, queste due commissioni possono essere rimborsate.
Per procedere con il rimborso delle spese, bisogna, innanzitutto, possedere una copia del contratto di finanziamento, delle ricevute di pagamento e di tutte le comunicazioni con la banca. Va, poi, calcolato l’importo ottenibile, sulla base del periodo di finanziamento non goduto.
La richiesta di rimborso deve pervenire alla banca in forma scritta, tramite raccomandata A/R o PEC. In caso di mancata risposta entro 30 giorni o di rifiuto del rimborso, l’interessato può presentare ricorso all’Arbitro Bancario Finanziario (ABF) oppure avviare un’azione legale tramite un avvocato.
Occhio, però, perché il diritto al rimborso delle commissioni bancarie illegittime si prescrive in dieci anni, determinati a partire dalla data di addebito delle spese non dovute.