Case green, novità in arrivo: cosa cambia per chi ha una caldaia a gas

Arrivano delle importanti novità sulle case green e sulle caldaie a gas: scopriamo quando parte lo stop e cosa cambierà.

Dopo molte discussioni alla fine si è arrivati all’accordo inerente le case green. I Paesi che compongono l’Unione Europea dovranno avere strutture sempre più energeticamente sostenibili e che viaggiano in direzione della riduzione delle emissioni. Un accordo importante e che non dovrà più essere rispettato casa per casa.

Case green novità caldaie a gas
Accordo raggiunto sulle case green – (Criptomercato.it)

All’interno dell’accordo stipulato c’è anche spazio per un’altra novità importante: ci sarà più tempo per mettere da parte le caldaie a gas. Un aspetto non affatto da sottovalutare e che ha portato il relatore all’Europarlamento Ciaràn Cuffe a mostrare grande soddisfazione per quanto raggiunto.

L’intento, quindi, resta quello di abbassare i consumi energetici e arrivare ad avere un parco immobiliare a emissioni zero entro il 2050, un obiettivo concreto e spinto dal fatto che, secondo alcuni studi, gli edifici rappresentano il 40% dell’energia consumata e il 36% delle emissioni dirette e indirette di gas serra legate all’energia nella zona dell’Unione Europea.

Accordo sulle case Green: cosa cambia sulle caldaie a gas

Uno dei punti cruciali e maggiormente discussi durante le trattazioni è stato sicuramente la fine dei combustibili fossili. Con il nuovo accordo si vede spostato fino al 2040, all’inizio il limite massimo era sancito al 2035, lo stop definitivo alle caldaie alimentate a gas. Nell’accordo si salvano anche gli incentivi per quelle ibride mentre per quelle autonome c’è lo stop agli incentivi dal 2025.

Cosa cambia sulle caldaie a gas
I nuovi termini stipulati dall’UE sulle caldaie a gas – (Criptomercato.it)

Tale divieto non riguarderà chi ha una caldaia a gas nella propria abitazione ma solo chi deve acquistare un nuovo sistema di riscaldamento, sia che si tratti di sostituzione sia che si parli di una installazione in un nuovo edificio. Quindi, quando si sente la parola divieto non si indica l’illegalità in caso di possesso dell’apparecchio ma semplicemente dal 2040 non sarà più possibile produrlo e venderlo.

Il lungo percorso che porterà al 2040 sarà intervallato dallo stop agli incentivi, così da dirottare l’attenzione generale sui dispositivi più adeguati all’accordo recentemente stipulato. Ad esempio, nell’accordo si sottolinea il tempo limite di 7 anni per ridurre il consumo medio di energia primaria del 16% negli edifici residenziali più inquinanti fino al 2030. Questa percentuale salirà al 20-22% entro il 2035. Per gli edifici non residenziali, il limite è uguale entro il 2030 ma diventa del 26% entro il 2033.

Nell’accordo esce anche l’obbligo di installazione dei pannelli solari su tutti gli edifici. L’obbligo scatterà solo per i nuovi edifici, le strutture pubbliche e quelle non residenziali di dimensioni molto grandi. Sul versante italiano, spetterà al Governo stilare un piano che vada a chiarire quali edifici andranno ristrutturati ed entro quando, specificando il termine esatto di consumi.

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