Dalla Corea del Nord i peggiori attacchi crittografici, oltre un miliardo di fondi rubati

Secondo i rapporti più recenti, le operazioni del gruppo Lazarus lo scorso anno hanno consentito alla Corea del Nord di rubare oltre un miliardo di dollari dall’industria delle criptovalute e delle risorse digitali.

Secondo uno studio del Council on Foreign Relations, il gruppo nordcoreano Lazarus è responsabile di oltre un terzo di tutti gli attacchi informatici contro le aziende bitcoin quest’anno.

hacker corea nord
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Non è un segreto che la Corea del Nord sia interessata alle criptovalute. Oltre all’attacco da 250 milioni di dollari dell’exchange di criptovalute giapponese Coincheck nel 2018, la nazione è stata anche coinvolta in una serie di hack e furti di risorse digitali di alto profilo. Tra questi la sottrazione da 81 milioni di dollari della banca centrale del Bangladesh nel 2016. Tuttavia, la frenesia dei Bitcoin in Corea del Nord è guidata da qualcosa di più della semplice attività illegale.

Secondo recenti rapporti, il governo sta rapidamente utilizzando risorse digitali per evitare sanzioni internazionali e generare denaro sonante. Il segretario al Tesoro Steven Mnuchin ha lanciato un avvertimento che “non consentiremo ai fornitori di servizi di asset digitali di operare nell’ombra”, indicando che il governo americano ne aveva preso atto.

Enorme interesse per la criptovaluta in Corea del Nord

Ma cos’è che rende la Corea del Nord così interessata alle criptovalute? La maggiore segretezza delle transazioni digitali è un aspetto che rende più semplice per la nazione trasferire denaro attraverso i confini senza essere rilevata. Inoltre, poiché molti exchange di criptovalute non utilizzano sistemi finanziari convenzionali, è meno probabile che siano soggetti alle stesse sanzioni e regole delle banche convenzionali.

La Corea del Nord, tuttavia, è attratta dalle risorse digitali per più motivi che non solo per il loro potenziale uso criminale. Inoltre, la nazione vuole partecipare al mercato globale in espansione delle criptovalute e delle tecnologie blockchain. La Corea del Nord ha un pool considerevole di ingegneri e scienziati informatici altamente qualificati e l’amministrazione della nazione ha compiuto uno sforzo deliberato per rafforzare le proprie competenze in questi campi.

In realtà, la Corea del Nord ha iniziato a ospitare le proprie conferenze sulle criptovalute che attirano visitatori da tutto il mondo. Queste conferenze offrono alla nazione la possibilità di imparare dagli altri, fare rete con possibili clienti e mostrare i propri punti di forza oltre a metterli in mostra.

Prevenzione delle sanzioni

Per gli Stati Uniti e i suoi alleati, il crescente interesse della Corea del Nord per le criptovalute e la tecnologia blockchain è preoccupante. Non solo offre alla nazione nuovi mezzi per eludere le sanzioni internazionali. Ma aumenta anche la probabilità che la Corea del Nord utilizzi risorse digitali per finanziare i suoi progetti nucleari e militari.

Per contrastare questa minaccia, il governo degli Stati Uniti è intervenuto, imponendo sanzioni a persone e organizzazioni nordcoreane collegate ad attacchi informatici e furto di criptovalute. Ma è ovvio che occorre lavorare di più per risolvere il problema più grande che presenta l’ossessione per i bitcoin della Corea del Nord.

Come parte di questo, sono messi in campo molti sforzi per rafforzare la resilienza del sistema finanziario globale per resistere a potenziali attacchi. Nonché una maggiore collaborazione internazionale per dare la caccia e fermare le transazioni digitali illegali.

Atto di bilanciamento dal governo

Poiché affronta il problema creato dalla mania della criptovaluta della Corea del Nord, il governo degli Stati Uniti dovrà fare un impegnativo atto di bilanciamento.

Deve adottare misure per fermare le transazioni digitali illegali. Ma deve anche tenere a mente i potenziali vantaggi che la tecnologia blockchain e le risorse digitali possono avere. Provare quindi ad evitare di soffocare inutilmente l’innovazione in questi campi.

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