LA OECD annuncia un nuovo quadro normativo per le criptovalute, cosa cambia per gli utenti

Secondo un comunicato stampa emesso lunedì, è stato reso disponibile il Crypto-Asset Reporting Framework (CARF), un nuovo quadro di rendicontazione fiscale dell’Organization for Economic Co-operation and Development (OECD).

Secondo il rapporto, il framework garantisce “la raccolta e lo scambio automatico di informazioni sulle transazioni per le criptovalute pertinenti”. È stato approvato ad agosto. Il rapporto afferma che le stablecoin, i derivati ​​emessi sotto forma di cripto-asset e alcuni token non fungibili sono inclusi nella definizione di cripto-attività.

Tali attività possono essere detenute e trasferite in maniera decentralizzata senza il coinvolgimento degli intermediari finanziari tradizionali.

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L’ambito riguarderà anche intermediari e altri fornitori di servizi, come borse, broker e operatori di ATM, che facilitano gli scambi tra le criptovalute pertinenti.

Il rapporto dell’OECD sul nuovo quadro normativo per le criptovalute

Il rapporto affermava che “gli standard attuali non forniscono alle amministrazioni fiscali un’adeguata visibilità su quando i contribuenti effettuano transazioni fiscali o detengono rilevanti criptovalute a causa dell’attuale portata delle attività, nonché dell’ambito delle entità obbligate, coperte dal Common Reporting Standard.” Di conseguenza, l’OECD ha sviluppato questo nuovo quadro.

La CARF ha visto la luce proprio grazie al costante impatto della crescita esplosiva dell’industria delle criptovalute. La capitalizzazione di mercato del settore lo scorso anno è aumentata da 715 miliardi di dollari a gennaio a quasi 3 trilioni di dollari prima di diminuire quest’anno. Inoltre, questi sviluppi sono coerenti con le recenti modifiche apportate agli standard internazionali antiriciclaggio della Financial Action Task Force.

Tuttavia, il settore delle criptovalute ha resistito ai requisiti di dichiarazione fiscale per le criptovalute in una riunione OECD a maggio.

La direzione da seguire

Le aziende che si occupano di criptovalute devono aderire ai requisiti di segnalazione del CARF nella nazione in cui operano. Devono essere segnalati gli scambi tra le criptovalute rilevanti e la moneta fiat, nonché gli scambi tra uno o più tipi diversi di criptovalute e i trasferimenti di criptovalute (comprese le transazioni di pagamento al dettaglio).

La procedura di due diligence del framework richiede l’identificazione sia dei clienti individuali che delle entità e delle persone che controllano. In modo simile al Common Reporting Standard (CRS) della OECD. Il CRS ora include la copertura per gli investimenti indiretti in criptovalute effettuati tramite derivati ​​e veicoli di investimento. Inoltre, il regolatore ha apportato modifiche per spostare le valute digitali della banca centrale dal CARF al CRS. Il CRS delinea le procedure per lo svolgimento della due diligence nonché i dati del conto finanziario che devono essere condivisi e comunicati.

Il rapporto affermava che oltre a questi regolamenti, “sono in corso i lavori su un pacchetto di attuazione per garantire la coerente applicazione nazionale e internazionale del CARF”.

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