Nasce il “Green Pass” per le transazioni cripto, ed è subito distopia. Sul web è rivolta totale

In uno scenario dalle sfumature distopiche, ove governi e cittadini sono in guerra per le libertà personali e la privacy, la Francia di Macron getta la maschera e si pone in aperta ostilità al mondo di Bitcoin e della transazioni finanziarie pseudonime o anonime.

Il paese si unisce al Regno Unito nel tentativo di garantire che le autorità possono mettere le mani sulle criptovalute legate ad attività criminali, dando però al contempo un sonoro schiaffo al mondo libero che le community della rete sognano da anni.

In Francia, i sospetti criminali potrebbero vedersi congelare i loro asset crittografici in base a una nuova legge presentata mercoledì dal governo del paese.

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Il governo del presidente Emmanuel Macron vuole unirsi al Regno Unito nel dare alla polizia maggiore potere di congelare beni che altrimenti potrebbero sfuggire alle loro grinfie ed essere riciclati.

“Troppo spesso, i criminali convertono i frutti delle loro malefatte in criptovalute, che possono essere più facilmente disperse e quindi nascoste”, si legge in un rapporto allegato al disegno di legge governativo.

La proposta per abilitare il Coin Tainting per la fine della privacy on chain

Le proposte, che in gran parte riaffermano quelle avanzate per la prima volta a marzo, applicherebbero alle criptovalute le stesse normative che già regolano le partecipazioni nei conti bancari tradizionali.

Quando viene dato il via libera da un pubblico ministero o da un giudice inquirente, in Francia è possibile prelevare forzosamente il denaro detenuto in banca. Il disegno di legge affronta una serie di altre questioni di competenza del ministro dell’Interno francese Gérald Darmanin, inclusa la creazione di 200 nuove squadre di polizia e l’aggiornamento della gestione dei casi di violenza domestica.

Sebbene gran parte del conto sia dedicato alla criminalità online, come la richiesta di segnalare i pagamenti di ransomware alle autorità, affronta anche una serie di altri problemi.
Le proposte saranno discusse dalla commissione di diritto costituzionale del Senato francese, che ha il compito di esaminare le modifiche al codice penale della nazione, in una riunione della settimana successiva.

Come parte del suo progetto di legge sulla criminalità economica di maggio, il governo del Regno Unito sotto Boris Johnson ha promesso di instaurare una nuova autorità per sequestrare e recuperare asset di criptovaluta. Nonostante il successivo cambio di primo ministro, mercoledì i hanno riaffermato la loro dedizione a quei piani.

Perchè questa battaglia riguarda tutti

Le cirptovalute, Bitcoin in primis, nascono dalla necessità di tutelare la privacy e la sicurezza personale delle persone che vivono in contesti politici o sociali complessi. Poter inviare il proprio denaro a costi irrisori, in modo sicuro e pseudonimo, in ogni angolo del mondo. Sfuggendo al controllo e ai tentacoli di governi autoritari. Questa era la missione originale di Bitcoin.

Seppure è vero che, in linea generale, riducendo le libertà personali si rende più difficoltoso il lavoro ai malintenzionati, è anche vero che alcuni diritti dovrebbero prevalere. La privacy e la tutela dei propri averi dovrebbe essere un diritto di base di ogni paese democratico e civile.

Altrimenti con la stessa “narrativa”, i governi dovrebbero utilizzare lo stesso pugno duro per qualsiasi cosa che possa essere utilizzata in modo dannoso. Insomma, tutto ciò che non riescono a controllare e gestire. Ed è subito distopia.

Chi non ha nulla da nascondere non ha nulla da temere?

In genere, coloro che guardano solo al proprio orticello tendono a prendere sotto gamba certe decisioni e derive dei governi. Facendosi forza sul fatto che pensano di non aver nulla da nascondere o da temere se non commettono nessuna azione che reputano sbagliata.

A tal proposito, è utile riportare un vecchio adagio:

Prima di tutto vennero a prendere gli zingari
e fui contento, perché rubacchiavano.

Poi vennero a prendere gli ebrei
e stetti zitto, perché mi stavano antipatici.

Poi vennero a prendere gli omosessuali,
e fui sollevato, perché mi erano fastidiosi.

Poi vennero a prendere i comunisti,
ed io non dissi niente, perché non ero comunista.

Un giorno vennero a prendere me,
e non c’era rimasto nessuno a protestare.

(Bertold Brecht, Martin Niemöller, Prima di tutto vennero a prendere gli zingari)

È forse superfluo citare alcuni fatti recenti. Come il fatto che Facebook sia stato costretto a consegnare in segreto alla polizia i messaggi privati di una ragazza con la madre riguardo a un aborto. Pratica resa quest’anno illegale in alcuni stati USA, come il Nebraska, che grazie a questa spregevole azione ha potuto arrestare la ragazza.

Gli esempi si sprecano. Il messaggio che dovremmo cercare di tenere a mente è che ogni volta che un governo o un potere centrale cerca di limitare le libertà personali, non importa se la cosa ci riguarda in prima persona o meno.

Certe derive hanno una sola, triste, conclusione: aprire la strada a strette ancora maggiori. Oggi magari non ci riguarda in prima persona, vero. Ma non è mai un buon motivo per disinteressarsene. O non resterà nessuno a protestare quando sarà il tuo turno.

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