Il piano degli hacker di vendere il passaporto rubato del leader bielorusso come NFT su OpenSea fallisce

Il gruppo di hacktivist bielorusso Cyber Partisans che ha listato un NFT del passaporto del presidente bielorusso Lukashenko in vendita su OpenSea è stato prontamente eliminato dal portale.

L’aggressione da parte della Russia di Putin ai danni dell’Ucraina ha smosso le coscienze di attivisti e hacker white hat di tutto il mondo. L’attacco al database dei passaporti in Belarus, paese sotto l’effettivo controllo russo, è solo l’ultimo di una lunga serie di azioni da parte degli hacktivist.

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I primi attacchi hanno riguardato principalmente obiettivi militari, come i sistemi di gestione dei satelliti russi, o le infrastrutture di comunicazione. Con gli attacchi e la presa di controllo delle emittenti televisive per trasmettere video che mostrassero al popolo russo cosa stesse accadendo in Ucraina. Creando in tal modo un’interruzione per la macchina di propaganda interna che nascondeva gli orrori dell’invasione.

Il gruppo Cyber ​​Partisans, un collettivo di hacktivisti dell’Europa orientale, ha cercato di vendere NFT dei dati del passaporto del suo leader dittatoriale Alexander Lukashenko e dei suoi stretti collaboratori. Il 30 agosto, giorno del compleanno di Lukashenko, gli NFT sono sono comparsi per l’acquisto su OpenSea. Tuttavia il marketplace ha rimosso gli NFT in questione lo stesso giorno.

Il furto di dati dal database Bielorusso

La collezione NFT, chiamata Belarisuan Passports, deriva dalle informazioni ottenute da un attacco in un database governativo che contiene le informazioni personali sul passaporto di ogni cittadino bielorusso. Uno dei NFT della collezione mostra un Lukashenko dietro le sbarre. Un messaggio più che chiaro sulle motivazioni che hanno mosso il gruppo di hacktivist.

L’autenticità delle informazioni sui passaporti è sconosciuta perché gli osservatori hanno riscontrato errori nei termini “Repubblica” e “Alexandr”. L’organizzazione ha affermato che i soldi che avrebbero ricavato dalla vendita degli NFT sarebbero utilizzati per sostenere la loro lotta contro i regimi in Russia e Bielorussia. Definendo Lukashenko e i suoi amici più stretti “traditori”.

Il gruppo ha affermato che, a seguito dell’evento di rimozione dall’elenco, stanno cercando canali alternativi. Tra questi figurano Algogems e Rand Gallery.

Un portavoce di OpenSea ha informato Gizmodo che la campagna ha infranto le regole dell’azienda contro il “doxxing e la rivelazione di informazioni di identificazione personale su un’altra persona a loro insaputa”.

Secondo l’organizzazione per i diritti della Bielorussia Viasna, Lukashenko è una figura totalitaria. Un leader al potere come presidente della Bielorussia dal 1994 e che ospita 1.259 prigionieri politici.

La campagna “Resistance Motion of Belarus“, lanciata a febbraio da The Cyber ​​Partisans per raccogliere fondi a sostegno dei loro tentativi di estromettere Lukashenko, chiede donazioni di Bitcoin (BTC).

Il gruppo si oppone apertamente al governo corrotto di Lukashenko e al suo sostegno all’aggressione russa contro l’Ucraina.

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