Tether rinvia nuovamente i controlli sulle coperture, sul web scoppia la polemica

A partire dal 29 agosto 2022, Tether Holdings Limited ha, ancora una volta, posticipato di diversi mesi la data di un audit completo, anche se il crollo cripto di quest’anno lascia gli investitori preoccupati per la sicurezza dei loro fondi.

L’emittente di stablecoin promette agli investitori e al pubblico in generale un controllo approfondito delle sue riserve di stablecoin da oltre cinque anni.

Con questo nuovo rinvio dell’evento, la società di criptovalute ha acceso ancora una volta delle voci. Paolo Ardoino, volto pubblico di lunga data e chief technology officer (CTO) dell’azienda, ha annunciato l’ultimo rinvio dell’audit generale. Paolo ha affermato che si dovranno aspettare ancora dei mesi all’attesissima revisione di ciò che supporta la stablecoin USDT.

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Adobe Stock

Anche se la società deve fornire attestazioni all’ufficio del procuratore generale di New York (NYAG) su base trimestrale come da accordo legale, ciò non è stato sufficiente. Esperti legali, funzionari delle forze dell’ordine, organizzazioni governative e uomini d’affari sono invece interessati a vedere prove a sostegno delle affermazioni dell’emittente.

I rapporti su Tether che spaventano l’intero settore cripto

Secondo un rapporto di BDO Italia, la società di revisione contabile che Tether ha recentemente assunto, le attività e le passività combinate di Tether e delle sue controllate erano rispettivamente di circa 66,4 miliardi e 200 milioni di dollari. Sul sito web di Tether, viene inoltre rivelato che i debiti non garantiti basati su commercial papers rappresentano oltre il 15% delle riserve di USDT.

Secondo ulteriori rapporti, Tether ha tagliato oltre il 58% dei suoi commercial papers passando dai precedenti 20 miliardi di dollari a soli 8,5 miliardi. Con l’intenzione di ridurla ancora di più fino ad arrivare a zero.

Diverse istituzioni sperano di ottenere una migliore comprensione di queste affermazioni e rapporti, tra gli altri, che hanno lo scopo di far luce su ciò che supporta la stablecoin USDT e la tiene ancorato al valore del dollaro USA. Tuttavia, ci vorrà ancora un po’ di tempo prima che ricevano la chiarezza e la sicurezza che cercano.

Standard di contabilità delle risorse digitali

Sulla base della sua capitalizzazione di mercato di circa 67,6 miliardi di dollari,i, USDT è ancora la più grande stablecoin al mondo. Tether Limited è un attore importante nel mercato delle criptovalute e l’emittente della più grande stablecoin sad oggi ul mercato.

Questo cambio di data contraddice la precedente dichiarazione dell’azienda di voler aumentare la trasparenza e arriva in un momento in cui la maggior parte dei partecipanti al settore delle criptovalute vuole essere sicura che i propri soldi siano al sicuro.

Il mercato delle criptovalute e i suoi asset sono in qualche modo ambigui e questa mancanza di etichette chiare ha impedito l’uso di regole confinanti da parte delle tradizionali impostazioni finanziarie. Alcuni di questi regolamenti impongono la pubblicazione di dichiarazioni da parte delle istituzioni finanziarie convenzionali o la divulgazione dei loro libri e informazioni.

Questa applicazione negligente degli standard potrebbe essere la radice del continuo cambiamento decisionale dell’emittente USDT.

La situazione di Tether sul mercato

Tether è ancora decisamente in gioco sui mercati, come evidenziato da altre notizie e rilevazioni. Tra queste il suo supporto per il passaggio di Ethereum (ETH) all’algoritmo di consenso proof-of-stake (PoS) e la sua partnership con USD Coin (USDC).

Tuttavia, l’emittente con le sue recenti dichiarazioni spinge gli investitori e altri partecipanti al settore a continuare a far pressioni. Fornendo scarse informazioni sulle sue riserve al posto della relazione che fornirebbe un audit approfondito, non può che ricevere continue richieste e critiche.

La società con sede nelle Isole Vergini britanniche può affermare di essere completamente sostenuta. Ma come per molte altre cose, quando si tratta di denaro e finanza le parole contano poco. In particolar modo da quando ha perso brevemente il suo ancoraggio al dollaro a maggio di quest’anno, per una tranquillità di istituzioni, investitori e utenti, le parole non bastano. Servono prove.

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