Binance: prelievi bloccati su queste reti, cosa sta succedendo?

L’exchange di criptovalute numero uno al mondo, Binance, ha rivelato di aver temporaneamente sospeso tutti i prelievi da varie reti a causa di un problema tecnico.

L’exchange di criptovalute ha notato, in un tweet del 17 agosto, che l’incidente è avvenuto alle 7:00 UTC  e ha fatto sapere che un fornitore di servizi di terze parti era responsabile del problema tecnico. Tuttavia, nello scambio non sono stati menzionati né i problemi tecnici né le reti interessate.

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Inoltre, Binance ha sottolineato che il problema è stato risolto in un’ora e ha rassicurato gli utenti che i loro soldi erano al sicuro attivando il Secure Asset Fund for Users (SAFU).

SAFU di Binance è come fondo assicurativo di emergenza di importante entità. Per salvaguardare i fondi degli utenti, l’exchange di criptovalute ha introdotto la funzione SAFU nel 2018. BNB, BUSD e Bitcoin sono tutti asset contenuti nei portafogli di fondi SAFU (BTC)

Precedenti sospensioni dei prelievi su Binance

A giugno, anche Binance, il più grande exchange di criptovalute al mondo per capitalizzazione di mercato, aveva fatto ricorso ad una sospensione temporanea di tutti i prelievi di Bitcoin. Il CEO dell’exchange, Changpeng CZ Zhao, sosteneva che si è trattato di una transazione bloccata che ha creato un arretrato ha forzato la decisione.

Zhao inizialmente ha affermato che il problema si sarebbe risolto in 30 minuti. Ma in seguito ha affermato che potrebbe volerci più tempo del previsto. Dopo diverse ore, il servizio è finalmente tornato in funzione.

A causa dell’elevata volatilità degli ultimi mesi, diverse aziende hanno interrotto i prelievi in ​​risposta al recente crollo del mercato delle criptovalute. Per citare qualche esempio, la piattaforma di prestito di criptovalute Celsius ha annunciato l’interruzione di tutti i prelievi prima di presentare istanza di fallimento. Dopo Celsius, altre importanti piattaforme hanno palesato difficoltà.

Tra queste hanno sollevato molta preoccupazione BlockFi, Vauld, Voyager Digital e altre diverse realtà considerate fino a poco tempo fa “too big too fail”. Come la storia insegna, nessuna compagnia è troppo grande per fallire. Qualora le condizioni macro e il sentiment degli investitori

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