Terraform Labs: le autorità perquisiscono sette exchange, la situazione per l’ex CEO si fa tesa

Sette exchange di criptovalute locali sono stati perquisiti dai pubblici ministeri sudcoreani nell’ambito della loro indagine in corso sulle operazioni di Terraform Labs. 

Terraform Labs è l’unica compagnia collegata al defunto ecosistema Terra Luna. Ecosistema cripto che ha creato, con il suo collasso, un grave colpo all’intero mercato degli asset digitali crittografici. Il Ceo del progetto, Do Kwon, è stato più volte accusato di essersi appropriato di grandi quantità di fondi, prima del fallimento. 

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Oltre a ciò, sembrano emergere in questi giorni altri elementi a sostegno della tesi che vedrebbe Do Kwon stesso come artefice (o complice) del disastro finanziario in questione. Se così fosse, la posizione dell’ex CEO sarebbe gravissima. Difatti qualora venissero confermate le prove secondo cui l’ex capo avrebbe prelevato decine di milioni ogni mese, mentre gli utenti ne perdevano altrettanti, la sua posizione sarebbe realmente indifendibile.

Nel tentativo di trovare prove di attività illegali legate al crollo di maggio della criptovaluta Luna e della stablecoin relativa Terra USD (UST), sono state condotte operazioni di perquisizione e sequestro in tutta una serie di borse e uffici collegati a Terraform Labs.

Le indagini

Secondo l’agenzia di stampa Yonhap, un team di investigatori dell’ufficio del procuratore del distretto meridionale di Seoul ha iniziato a sequestrare dati sulle transazioni e altro materiale da diverse piattaforme. Upbit, Coinone, Bithumb e altri quattro exchange di criptoalute locali sono stati i primi a finire nel mirino degli inquirenti. 

Anche altre otto località, comprese le residenze e i luoghi di lavoro di coloro che sono collegati al caso, sono state oggetto di verifiche e perquisizioni. Per determinare l’entità delle perdite subite dagli investitori, la squadra investigativa sta pianificando di esaminare le prove. Oltre che intervistare i testimoni e le persone informate sui fatti. Un altro fatto ancora da acclarare è se il CEO di TerraLabs Do Kwon abbia contribuito intenzionalmente al collasso dell’ecosistema Terra.

Dopo aver perso il suo ancoraggio al dollaro USA a maggio, la stablecoin algoritmica UST di Terra e il token LUNA sono crollati. Il crollo ha spazzato via in poche ore ben 60 miliardi di dollari di valore dagli investitori dal mercato delle criptovalute. 

Le responsabilità ancora da chiarire

Da quando gli ecosistemi sono crollati, tuttavia, c’è stato un maggiore controllo normativo globale. La Securities and Exchange Commission (SEC) degli Stati Uniti ha stretto i controlli. Dal momento del triste evento infatti esamina molte più potenziali violazioni delle leggi federali sulla protezione degli investitori che coinvolgono le tattiche di marketing UST. Il crollo di UST potrebbe essere stato innescato in prima istanza da una manipolazione intenzionale dei prezzi. Stando a quanto sembra emergere da un’indagine separata avviata dalle autorità sudcoreane.

A giugno, le autorità della Corea del Sud hanno imposto un divieto di lasciare il paese ai dipendenti attuali e passati di Terraform Labs. Inoltre, Do Kwon e Terraform Labs sono anche al centro del irino di un’azione legale collettiva presentata dal tribunale distrettuale degli Stati Uniti per il distretto settentrionale della California.

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