Ecco perché Putin ha vietato i pagamenti in criptovalute in Russia

Putin ha vietato i pagamenti in criptovalute in Russia, causa schemi piramidali. Intanto rapper accusato di riciclaggio in BTC cerca lavoro.

Vladimir Putin ha firmato una legge che vieta i pagamenti in criptovalute in Russia. Le accuse sostengono la tesi secondo cui gran parte di tali iniziative siano in realtà schemi piramidali.

La mossa del presidente russo in sostanza significa che le risorse digitali non possono essere utilizzate per acquisire beni, servizi e prodotti in tutto il paese. Vediamo bene cosa sta succedendo.

Putin vieta i pagamenti in criptovalute: ecco cosa cambia

La mossa di Putin arriva dopo un tiro alla fune tra enti governativi sul modo migliore per gestire l’ascesa delle criptovalute.

La Banca di Russia voleva che tutte le attività legate alle criptovalute fossero bandite a titolo definitivo. Il Ministero delle Finanze del paese invece è tuttora un sostenitore della regolamentazione.

Alcuni politici hanno tracciato parallelismi tra la “criptomania” e la dipendenza dal gioco d’azzardo, con quest’ultima già soggetta a dure regole a livello nazionale.

Anatoly Aksakov – che guida la commissione finanziaria nella camera bassa del parlamento russo – ha detto:

“Il fenomeno esiste e non può essere ignorato“.

“Schemi piramidali”

Nel frattempo, i dati della Banca di Russia suggeriscono che nella prima metà del 2022 sono stati identificati 954 schemi piramidali, 6,5 volte superiori rispetto allo stesso periodo nel 2021.

Di questi, si dice che il 56% abbia “raccolto fondi in varie criptovalute” o pubblicizzato investimenti in risorse digitali.

La banca centrale afferma che molti di questi schemi operano sull’app di messaggistica di Telegram e non hanno un proprio sito web.

Intanto un ladro chiede 10.000 euro al mese per un lavoro “onesto”

Una rapper amatoriale – che si è descritta come “The Crocodile Of Wall Street” – sta cercando lavoro. Fin qui niente di eccezionale, se non fosse che è in attesa di processo, accusata di aver riciclato Bitcoin rubati per un valore di $4,5 miliardi di dollari.

Heather Morgan – che ha suscitato scalpore su TikTok e YouTube sotto il nome di Razzlekhan – ha un capo di accusa insieme a suo marito Ilya Lichtenstein.

Sono stati accusati entrambi di aver cospirato per riciclare quasi 120.000 BTC da Bitfinex in un hack del 2016, e di essersi arricchiti durante questo processo.

Venerdì scorso Morgan ha chiesto l’approvazione del tribunale per assicurarsi un nuovo lavoro, ma i procedimenti legali continuano. Un giudice ha accolto questa richiesta, e non ci sono state obiezioni da parte dei pubblici ministeri.

Di conseguenza la 31enne “potrebbe impegnarsi in un lavoro legittimo e ricevere un reddito superiore a $10.000 al mese“.

Inutile dire che questo stipendio sia uno stipendio piuttosto sostanzioso, ma non ci sono ulteriori dettagli sul tipo di lavoro che intende fare.

A maggio, i pubblici ministeri federali avevano chiesto di rinviare il processo perché avevano bisogno di più tempo per vagliare i documenti finanziari collegati al caso e potenzialmente cercare un patteggiamento con Morgan e Lichtenstein.

Il ministero l’ha rilasciata su cauzione in attesa del processo. Lichtenstein rimane in custodia tra le preoccupazioni che sia a rischio di fuga. I pubblici ministeri temono che abbia le capacità e i fondi necessari per fuggire dagli Stati Uniti prima di qualsiasi apparizione in tribunale.

Ma ci sono delle condizioni per il suo rilascio. Morgan dovrà indossare un dispositivo elettronico. Gli agenti monitoreranno qualsiasi uso di dispositivi connessi a Internet.

Non ci è voluto molto perché Netflix proponesse un documentario sull’intera vicenda, in un procedimento penale pensato come serie TV.

Il programma – ancora senza titolo – sarà diretto da Chris Smith, che ha lavorato ad altri documentari Netflix di successo, tra cui FYRE: The Greatest Party That Never Happened e Tiger King.

Lichtenstein e Morgan rischiano fino a 20 anni di carcere in caso di condanna.