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Rischi

Gli attacchi hacker stanno calando, ma quando vanno a segno fanno danni enormi

Il numero degli hack nel mondo di Bitcoin e delle criptovaluta è diminuito in modo significativo dall’inizio dell’anno, stando a quanto emerge da un importante centro di ricerca del settore. 

Secondo l’ultima ricerca di BestBrokers, il settore delle criptovalute ha registrato 64 violazioni della sicurezza entro la metà di giugno, un netto calo rispetto ai 251 hack dell’anno scorso.

Tuttavia, mentre il numero di hack di successo è diminuito, il danno che hanno arrecato al settore certamente no. I dati hanno mostrato che l’importo medio rubato per gli hack crittografici è aumentato del 206% rispetto alla media del 2021.

Se quindi le misure di sicurezza e la maggior cultura della prevenzione tra gli utenti hanno contribuito a rendere il lavoro più difficile ai malintenzionati, i pochi attacchi che ancora riescono a centrare il bersaglio, sono molto più complessi, dispendiosi e impegnativi. Pertanto non stupisce che vengano organizzati per sottrarre una quantità più grande col singolo colpo portato avanti. 

In poche parole, serve più impegno e sono necessarie più risorse per compiere un crimine di questo tipo, quindi i pesci piccoli non sono più così interessanti. Perchè lo sforzo valga la candela quindi, i pirati informatici sono costretti a puntare sempre più ai colpi grossi. Quelli cioè che dirottano diverse decine (o centinaia) di milioni di dollari in beni digitali.

Gli hack sembrano ormai puntare più alla qualità che alla quantità

Secondo l’ultima ricerca di BestBrokers, il 2021 ha visto 251 hack in totale per una refurtiva complessiva di circa 3,2 miliardi di dollari in criptovalute sottratti in modo illegittimo. Quest’anno, a metà giugno, il settore ha visto il furto di circa 1,7 miliardi di dollari in asset crittografici. Sottratti in sole 65 violazioni della sicurezza.

“Anche se il numero di hack correlati alle criptovalute è in forte calo nel 2022, ciò non influisce sugli importi totali in dollari rubati, nonostante il calo dei prezzi delle criptovalute quest’anno”, afferma il rapporto.” Queste le conclusioni dei ricercatori.

Il numero di hack rispetto al valore totale rubato tra il 2019 e il 2022

Gli ultimi dati di Chainalysis hanno mostrato che l’importo medio rubato per cripto hacking quest’anno è di 26,6 milioni di dollari. Un aumento del 206% rispetto alla media del 2021 di 12,9 milioni di dollari. Questo numero diventa ancora più alto rispetto alla media del 2020 di 4,7 milioni di dollari in furti per hack, con un aumento del 465,9%.

L’importo medio in dollari rubato per hack di criptovalute dal 2019 al 2022

I ricercatori ritengono che gli hacker abbiano puntato e raggiunto con successo obiettivi più ricchi nel 2022. Il mercato DeFi sembra essere uno degli obiettivi preferiti dagli hacker, poiché generalmente sono in grado di ottenere i maggiori ritorni sui protocolli decentralizzati.

Circa il 72% di tutte le criptovalute rubate nel 2021 ha riguardato protocolli e servizi DeFi. Quest’anno, questa percentuale è aumentata fino a raggiungere lo sbalorditivo 97%.

Robert Hoffman, analista di criptovalute presso BestBrokers, ha affermato che la DeFi è diventata l’obiettivo principale per gli hacker a causa di una grande quantità di denaro di capitale di rischio che è stato versato nel mercato. La natura competitiva del mercato significa che i protocolli che vengono lanciati per primi avranno le maggiori possibilità di successo.

“La corsa per la costruzione del sistema finanziario digitale della quarta rivoluzione industriale è estremamente rapida con molte parti interessate in competizione per il primo posto. Spesso, quando il time to market è troppo breve, si ottengono aspetti del prodotto compromessi, inclusa la sicurezza”, ha spiegato Hoffman.

La natura tecnica degli smart contract e l’esperienza richiesta per programmarli lascia molto spazio alla manipolazione. Tuttavia, Hoffman resta ottimista. Una volta che la DeFi sarà qualcosa di più mainstream, la maggior parte dei suoi problemi di sicurezza verranno risolti “come con qualsiasi nuova tecnologia che ottiene l’adozione di massa”, secondo il ricercatore.

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Michele Felice

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