Riceve 5 milioni per errore, prima viene condannato, poi il colpo di scena

Il proprietario di un portafoglio bitcoin che ha ricevuto per sbaglio quasi 200 BTC (4,16 milioni di dollari alle quotazioni attuale), è stato assolto da una sezione dell’Alta Corte sudcoreana. Ribaltando in tal modo due precedenti sentenze che lo vedevano colpevole.

Kyunghyang Shinmun ha riferito che il trentaduenne beneficiario della transazione milionaria era stata precedentemente giudicata penalmente responsabile e condannata a 18 mesi di carcere.

L’accusa avanzata sarebbe quella ddi appropriazione indebita e violazioni della legge sulla punizione aggravata da specifici reati finanziari che avrebbe commesso nella vicenda.

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La corte ha ricevuto la dichiarazione che nel giugno 2018 il ragazzo avrebbe ricevuto un deposito di 199.999 BTC da un altro individuo identificato dalle autorità. Questi sembra aver inviato i fondi per sbaglio e probabilmente ha commesso un errore durante la digitazione dell’indirizzo del destinatario.

L’imputato, tuttavia, sembra non aver mai avanzato alcun tentativo di restituire i fondi o di scoprire chi aveva inviato la somma stellare di bitcoin al suo wallet. Al contrario il ragazzo si è premurato di trasferire i bitcoin ricevuti su altri due portafogli differenti. Anche questi controllati dallo stesso, come si è poi evinto durante le indagini.

Il processo

Al processo originale, il trentaduenne coreano è stato giudicato colpevole con l’accusa di “violazione della fiducia”. Durante la sentenza il giudice che ha affermato che l’imputato si era trovato nella posizione di “salvaguardare il bitcoin indebitamente rimesso” secondo “principi di buona fede”. Ma nonostante ciò, aveva invece “violato” di proposito questi principi. Il giudice del primo processo aveva quindi stabilito che il ragazzo aveva volutamente “approfittato” dell’errore del mittente in maniera “illegale”.

Un secondo tribunale ha in seguito confermato questo verdetto. Ma la Corte Suprema ha stabilito che si dovesse tenere un terzo processo. Ed è proprio a quel punto che ha ritenuto di annullare temporaneamente la sentenza originaria in attesa di un terzo processo.

La Corte Suprema ha affermato che “una persona che ha ricevuto un trasferimento errato di criptovalute può essere obbligata a restituire [i fondi ottenuti] in modo fortuito. Ma, ha affermato la Corte, in questo caso non era “nient’altro che un debito civile” tra “due individui”.

Le parole del giudice

L’Alta Corte, nel frattempo, ha aggiunto che la legge sudcoreana non include “stipule per punizioni penali” nel caso di un individuo che riceve criptovalute senza sapere come queste monete apparissero nel proprio portafoglio.

Il giudice che ha seguito il caso ha poi spiegato che va contro il principio del sistema di giustizia penale punire una persona per violazione della fiducia in questo caso.

Un tribunale finanziario di regolamentazione, che ha presentato prove al processo, è stato citato come spiegando:

“Secondo le leggi pertinenti, le criptovalute non sono soggette alle stesse regole della valuta fiat. Pertanto, le leggi che si applicano alla fiat non si applicano [ai cripto-asset]. Le criptovalute non devono essere protette allo stesso modo”

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