Bollo auto, esiste unostratagemma della targa estera per non pagarlo: occhio alle nuove disposizioni

Recentemente sono stati introdotti nuovi controlli e sanzioni più severe per chi circola sul territorio nazionale con veicoli con targa straniera, ma risiede in Italia (residenza anagrafica) da oltre 60 giorni e oltre tutto non è il proprietario del veicolo ma circola con una delega dell’intestatario della vettura.

E’ vero, per un determinato periodo di tempo, se sei alla guida di un’auto con targa estera di non tua proprietà, con una delega del titolare, puoi davvero evitare di pagare il bollo. Ma attenzione perché le autorità italiane “non hanno l’anello al naso”.

Bollo auto
Come non pagare bollo auto avendo targa straniera

Bollo auto: esiste un modo per non pagarlo, ma occhio ai rischi che corri. Le nuove disposizioni in materia

L’obiettivo del provvedimento è quello di rendere più difficoltoso lo stratagemma di coloro che, con l’utilità delle targhe estere, hanno eluso il tributo dello Stato italiano.

Fino a poco tempo, ai residenti in Italia veniva data la possibilità di viaggiare in auto con targa straniera per un periodo non superiore a 12 mesi. Trascorso tale periodo di 12 mesi, il proprietario dell’auto era obbligato a immatricolare nuovamente il veicolo nel nostro Paese, pena una lieve sanzione pecuniaria.

Si consolidava così la pratica di acquistare auto di lusso all’estero, sia da parte dei connazionali che dei residenti con permesso di soggiorno temporaneo. Tutto ciò allo scopo di mantenere irregolarmente la targa straniera, per non pagare il bollo.

Bollo auto: sono cambiate le regole

Attenzione alla modifica degli articoli 93 e 132 del Codice della Strada. Vietano, ora, a chi risiede in Italia da più di 60 giorni (a partire dal 4 dicembre 2018, data di entrata in vigore della legge), di viaggiare sul territorio nazionale con veicoli muniti di targa straniera.

Fanno eccezione i veicoli targati esteri noleggiati o noleggiati senza conducente solo se il proprietario ha sede in un altro Paese dell’UE, senza avere una sede secondaria in Italia. I conducenti di tali veicoli devono comunque essere muniti di un documento di autorizzazione.

Quest’ultimo deve attestare la durata della disponibilità del veicolo e i dati completi della persona che è autorizzata alla sua guida. Nonché si fa riferimento alla natura e alla durata del rapporto di lavoro. Si precisa che il trasgressore delle regole descritte si riferisce non solo al proprietario stabilito in un altro Paese UE. Le regole valgono, quindi, anche per il soggetto che ha la disponibilità a condurre il veicolo con una speciale delega.

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