Reddito di cittadinanza: ecco le 5 regioni a rischio “sospensione”

In queste cinque regioni italiane il reddito di cittadinanza potrebbe ricevere una netta sforbiciata: scopriamo quali sono.

Da quest’anno richiedere, ottenere e soprattutto mantenere il reddito di cittadinanza sarà molto più difficile per tutti quei cittadini che risiedono in queste cinque regioni a rischio.

reddito di cittadinanza
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Tra obblighi e nuove restrizioni, le cinque regioni a rischio sospensione del reddito di cittadinanza sono: Toscana, Marche, Sardegna, Umbria e Lazio.

Quasi 1.000 percettori del reddito di cittadinanza di queste regioni sono stati indagati dall’Arma dei Carabinieri, in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro, a causa degli illeciti perpetrati sul riconoscimento del sussidio.

Stop al reddito di cittadinanza in queste 5 regioni

Per quasi 1.000 cittadini italiani arriverà presto la sospensione del reddito di cittadinanza a causa delle continue e numerose irregolarità e illeciti.

Le dichiarazioni false sotto indagine dei Carabinieri rientravano in quelle relative al numero effettivo della composizione del nucleo familiare, al lavoro in nero, alla residenza, all’omissione di presenza di misure cautelari e perfino al possesso di proprietà immobili.

Per questi 1.000 percettori del reddito di cittadinanza arriverà quindi presto la sospensione dell’erogazione del sussidio. A seguito delle analisi del caso si passerà alla revoca del sussidio con la fine della percezione del beneficio economico indicato. Si ricorda inoltre che dichiarare il falso sull’RdC può portare ad un periodo di reclusione variabile da un minimo di due anni ad un massimo di sei.

Il Reddito di Cittadinanza è stata una misura governativa introdotta dal Governo Conte nel 2019 che prevede una forma di assistenzialismo a tutti coloro che si trovano in attesa di un impego. Il beneficiario di tale sussidio può, infatti, essere convocato «dai Centri per l’impiego per sottoscrivere un Patto per il Lavoro o dai Comuni per sottoscrivere un Patto per l’Inclusione sociale» e in questa misura deve prestare la propria attività per la realizzazione di “progetti di pubblica utilità” (PUC) da svolgere nel comune di residenza e a titolo gratuito, per un minimo di 8 ore e un massimo di 16 ore settimanali.

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