La Russia tiene in scacco il pianeta, il ruolo di Bitcoin può essere centrale

Finanza, Energia, Geopolitica e Blockchain, tutti pronti al blackout. Le attuali situazioni che provengono da cause e problemi passati, non lasciano molti dubbi su cosa aspettarci dal futuro.

Dopo aver analizzato le cause storiche dal punto di vista della finanza e della gestione energetica, terminiamo l’approfondimento analizzando come tali situazioni si intrecciano con la Geopolitica e con il settore blockchain/criptovalute.

Se li avessi persi, puoi recuperare i precedenti capitoli qui:

Situazione finanzia: Il mondo intero appeso a un filo, è la fine di Bitcoin? Facciamo chiarezza
Crisi energetica: Incubo blackout: crisi energetica e blockchain, gli scenari possibili

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E’ sotto gli occhi di tutti la narrativa attuale di una situazione esplosiva ad est, lungo il confine tra Ucraina e Russia. Ufficialmente le attività militari russe “di esercitazione” vengono descritte come programmate, e di concerto anche le stesse esercitazioni di risposta da parte degli occidentali della NATO, vengono presentate come “reazioni” di contenimento o previsione, ma è chiaro che questo è solo uno specchietto per le allodole.

La Geopolitica ha le sue ragioni

La realtà come sempre celata dalla politica, ha le sue motivazioni più in profondità, ed è sempre diversa da ciò che viene dato in pasto ai media.

Infatti le tensioni geopolitiche in atto traggono forza dal fatto che non solo i territori contesi si trovino in mezzo ai passaggi dei gasdotti che forniscono i vettori energetici alla totalità dell’Europa, ma sono anche le sedi dei principali partner tecnologici ed informatici di gran parte delle società europee che delocalizzano le loro sedi software ed hardware in Ucraina.

La maggior parte delle società di consulenza e di software di Israele ad esempio, che ha un vantaggio importante rispetto ad altri paesi, in merito al brokeraggio ed all’operatività in ambito Cripto-monetario, hanno sedi distaccate a Kiev, così come la maggior parte delle software house di trading .. inoltre le stesse società che gestiscono l’import/export di componentistica utile alla realizzazione di componenti per computers, e quindi anche per le attrezzature atte al mining, hanno depositi di stoccaggio in tal paese..

Sempre l’Ucraina è la principale detentrice di riserve di “terre rare” nel continente europeo, e segue subito dopo la Cina ed il Giappone, la graduatoria mondiale di giacimenti di tale materiale, utilissimo alla fabbricazione di componentistica per l’industria informatica.

E’ chiaro quindi che, con Cina e Giappone che si sono accaparrati la maggior parte delle riserve mondiali di tale materiale, i giacimenti europei facciano gola, sia all’occidente che alla Russia.

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Come la Tecnologia Blockchain si integra negli Stati

La stessa Russia inoltre si è da sempre mostrata interessata in maniera trasversale al settore blockchain e cripto-monetario, giocando un ruolo ambiguo a volte, e sono noti i suoi altalenanti annunci di permissivismo o di ritrosità successiva, che ora è più chiaro a cosa sono dovuti, ovvero alla percentuale di riuscita in merito al controllo dei giacimenti presenti nei territori di influenza.

Solo qualche settimana fa infatti è stata data la notizia che la Russia ha dato corso legale alle Cripto monete, dopo che essa stessa aveva profuso annunci di Ban totale al settore, ebbene l’annuncio è subito seguito dal dispiegamento di Forze militari che oggi stanno facendo passare notti insonne alla diplomazia mondiale.

Consideriamo quindi una cosa importante. Non perché siamo su una testata dedicata al settore delle Criptomonete, o che fa della blockchain la sua “core activity”, ma personalmente, credo che l’ecosistema cripto, sia diventato molto più mainstream ed importante anche a livello geopolitico per il prossimo futuro, molto più di quanto si pensi.

Alcuni Stati cercano di replicare nel settore blockchain lo stesso approccio che fino ad ora li ha contraddistinti nella realtà quotidiana. Così la Russia si muove verso il settore solo se capisce che può controllare le materie prime che lo generano, come fa appunto con gli idrocarburi, l’Europa invece spinge su regolamentazioni normative.

Ecco, si replica nel settore ciò che si vede nella realtà tangibile, e non sarà diversamente nemmeno nel prossimo futuro.

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Tra Geopolitica, Finanza, Energia e blockchain

Naturalmente non è possibile avere la sfera di cristallo, ma a chi si stesse chiedendo cosa potrebbe accadere al settore nel caso “precipitassero” gli eventi (che non è detto accada, e sinceramente penso nessuno sano di mente si auspichi accada), ebbene dobbiamo considerare che, senza energia non esiste blockchain, non esiste internet, non esistono computers, bancomat, pompe di benzina, ecc ..

Questa è una affermazione un pò forte, ma la realtà è questa, e stando alle attuali situazioni tecnologiche e di infrastruttura in occidente, ed in particolar modo in Europa, è bene si consideri l’eventuale opzione.

I mercati solitamente anticipano ciò che la Politica, o la Geopolitica sconta nel successivo periodo, ed il mercato energetico, è da novembre che lancia allarmi sul fatto che il nostro continente potrebbe rimanere in blackout energetico, così come d’altronde abbiamo assistito ad interventi sempre più presenti nel panorama Cripto valutario negli ultimi periodi per la crisi inflattiva da post shock valutario, dovuto ai problemi del ormai “semi-lontano” 2008, non sono mai stati affrontati e risolti veramente.

Le persone, che nella maggior parte dei casi hanno perso le secolari fiducie nei confronti dei sistemi centralizzati, rappresentano un bacino “pericoloso” che potrebbe aumentare, e che minerebbe maggiormente l’autorità degli stati dalle fondamenta.

Un Possibile o Probabile Scenario

Quindi se ad ogni azione corrisponde una reazione, è bene sapere che una eventuale deflagrazione dei conflitti ad est, porterebbe effetti domino con shock dei circuiti economici ed energetici importanti.

Si fermerebbero prima gli accessi comunicativi ai nodi ISP in determinati paesi, poi a cascata inizierebbero i riassetti energetici che potrebbero, a condizioni di non copertura totale delle forniture, e di conseguenza per il settore blockchain, sia per il mercato cripto valutario, sia per il mining, gli exchange, insomma tutto il comparto (che poi per la quotidianità vive anche in sinergia simbiotica con i circuiti fiat), vedere ridimensionate le proprie operatività e realtà.

Perché tra le poche certezze che esistono, una è ancora un assioma, ovvero, ogni blockchain ha bisogno di energia, ma ogni energia (qualunque essa sia) avrà bisogno di una blockchain, e questo da qualche parte del mondo, qualcuno l’ha capito, qualcun altro ancora no.

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