Il futuro del social lontano dall’Europa: non si può garantire la privacy

Una notizia che potrebbe avere ripercussioni non proprio positive su molti contesti produttivi e non. Il social fuori dall’Europa.

In tempi di social network il rispetto, la tutela della privacy risultano essere elementi determinanti nell’intero quadro delle cose. Alcune situazioni potrebbero quindi prendere piaghe inaspettate proprio a causa della difficoltà di gestire tra un paese ed un altro la mole incredibile di dati, di informazioni di cui si dispone. A questo punto si potrebbe anche arrivare ad una rottura.

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Gli elementi emersi nell’ultimo periodo in quanto a gestioni di dati ed informazioni personali degli utenti fanno in modo di ipotizzare nel breve periodo una rottura, per cosi dire, dei rapporti formali, in un certo senso professionali, tra Facebook e l’Europa. Chiaramente nella dinamica verrebbe coinvolto anche il social network Instagram. La notizia circola da qualche giorno e sembra in qualche modo avere più di un fondamento considerata la difficoltà dell’azienda alle spalle dei notissimi social di gestire, come anticipato il flusso di informazioni protagoniste, di fatto, di tutta la vicenda.

Meta, l’azienda alle spalle dei due grandi social network in un rapporto alla Securities and Exchange Commission (SEC) fissa per metà 2022 la data ultima utile alle autorità europee per cambiare di fatto alcune regolamentazioni circa la gestione di dati personali ed informazioni, pomo della discordia dell’intera vicenda. Facebook ed Instagram non riuscirebbero a gestire il tutto rispettando per l’appunto le regolamentazioni europee. La speranza è il “nuovo framework transatlantico” che consenta uno scambio di dati efficiente e rispettoso soprattutto delle regole vigenti. Lo scambio di informazioni tra Ue ed Usa resta dunque il punto cruciale.

Il futuro del social lontano dall’Europa: le posizioni di Meta e dell’Ue in merito alla vicenda

Chiaramente se si andasse a rottura è giusto sottolineare quanto la perdita dell’Europa da parte di Meta possa rappresentare un guaio di enormi proporzioni sotto l’aspetto finanziario. Le utenze che rischiano di perdersi non saranno certo semplici da recuperare, anzi praticamente impossibili. La sentenza denominata “Schrems II” alla base dell’intera vicenda recitava infatti quanto segue: “La Corte ha rilevato che la legislazione statunitense (ossia l’articolo 702 del FISA e l’EO 12333) non garantisce un livello di protezione sostanzialmente equivalente.

La possibilità di trasferire dati personali sulla base delle clausole contrattuali tipo dipenderà dall’esito della valutazione condotta. In merito alla cosa si terrà conto dunque delle circostanze dei trasferimenti e delle misure supplementari eventualmente attuabili. Le misure supplementari unitamente alle clausole contrattuali tipo, previa analisi caso per caso delle circostanze del trasferimento. Queste dovrebbero assicurare che la normativa statunitense non interferisca con il livello di protezione adeguato dalle stesse garantito”.

Qualora si giunga alla conclusione che, tenuto conto delle circostanze del trasferimento e delle possibili misure supplementari, non sarebbero assicurate garanzie adeguate, vi è l’obbligo di sospendere o cessare il trasferimento dei dati personali. Se si intende tuttavia proseguire col trasferimento dei dati malgrado la suddetta conclusione, è obbligatorio informarne l’autorità di controllo competente European Data Protection Board”

Facebook,Mi sembra di vederti in questo video: cosa succede agli utenti

Il punto di equilibrio tra le due posizioni potrebbe arrivare dunque con una mediazione. Cosa che a questo punto potrebbe quindi diventare fondamentale per le due “potenze” in campo. Meta da parte sua ha subito provveduto ad ufficializzare una posizione più che netta. Rispetto all’intera vicenda ha dunque dichiarato: “Non abbiamo assolutamente alcun desiderio e alcun piano di ritirarci dall’Europa, semplicemente Meta, come molte altre aziende, organizzazioni e servizi, si basa sul trasferimento di dati tra l’UE e gli Stati Uniti per poter offrire servizi globali“.

Come altre aziende, per fornire un servizio globale, seguiamo le regole europee e ci basiamo sulle Clausole Contrattuali Tipo (Standard Contractual Clauses). Inoltre, poi, su adeguate misure di protezione dei dati. Le aziende, fondamentalmente, hanno bisogno di regole chiare e globali per proteggere a lungo termine i flussi di dati tra Stati Uniti ed UE. Cosi, come più di 70 altre aziende in una vasta gamma di settori. Mano mano che la situazione si evolve, stiamo monitorando da vicino il potenziale impatto sulle nostre operazioni europee“.

La situazione dunque si avvia ad una svolta essenziale e fondamentale, che possa definitivamente chiarire gli eventuali equilibri nuovi e futuri. Il legame tra Europa e Facebook chiaramente va preservato, almeno nelle intenzioni e nel rispetto del potenziale che si ha di fronte. Il resto dipenderà dall’evoluzione dei fatti di cui oggi siamo testimoni, la popolazione, si potrebbe davvero metterla cosi, attende speranzosa.

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