In Lussemburgo scovata un’altra società crittografica non autorizzata

La Commission de Surveillance du Secteur Financier (CSSF), principale regolatore finanziario europeo con sede in Lussemburgo, ha scoperto l’ennesima società crittografica non registrata, la Crypto Bull, che afferma di avere la sede nel Paese ma non ha il permesso di fornire servizi di crittografia.

Crypto Bull
Crypto Bull

Entrando nel sito Web di questa società, si legge che la piattaforma è “affidabile e tecnologicamente orientata per il trading di criptovaluta”, ma non menziona nessuna autorizzazione ad operare. Gli utenti a cui principalmente si rivolge sono quelli del Regno Unito, della Russia e della Spagna, stando almeno ai tre numeri di telefono elencati nel sito Web.

Il domino, registrato a febbraio 2019, ha esplicitamente fuorviato alcuni utenti cripto. Leggendo alcune recensioni online, si capisce che la piattaforma è un sistema crittografico Ponzi piuttosto che una piattaforma di investimento legittima. In altre recensioni si legge che la piattaforma è già stata denunciata per truffa dalle autorità spagnole e italiane.

Da quando le criptovalute hanno iniziato ad espandersi, il Lussemburgo si è mostrato subito favorevole al settore, tant’è che ospita attualmente importantissimi scambi di valute digitali globale come Bitstamp, a cui il CSSF ha rilasciato regolare licenza per operare in Europa nel 2016.

Il governo del Paese considera le criptovalute come attività immateriale che sono soggetto all’imposta sul reddito soltanto nel momento in cui vengono scambiate con valute fiat. Quindi, da agosto 2019, tutte transazioni cripto sono esenti all’IVA.

Considerando le potenzialità del settore, a cui a offerto determinate agevolazioni fiscali, il Lussemburgo ha contemporaneamente iniziato a monitorare il Web per scovare eventuali piattaforme truffa. Nel mese di settembre del 2019, le autorità hanno bannato un sito Web che era un clone di BitPay, fornitore di servizi di pagamento in valute digitali.

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