Petro, la Consecomercio Venezuela ne riconosce l’importanza

Il Consiglio nazionale del commercio e dei servizi del Venezuela (Consecomercio) ha dichiarato questa settimana la sua posizione sia sulle criptovaluta, come Bitcoin, sia sulla valuta digitale sostenuta dallo stato, il Petro.

José Miguel Farías, membro della Commissione Economica di Consecomercio, ha dichiarato su Twitter che esiste un consenso generale tra le imprese in Venezuela sul cruciale ruolo svolto dalla criptovaluta nell’economia della nazione. Ma il Petro sostenuto dallo stato, voluto dal presidente Nicolas Maduro per eludere le sanzioni statunitensi e stimolare l’economia venezuelana, è stato un progetto affrettato che richiederà del tempo per assimilarsi.

“Il Petro ha diversi problemi e difetti che rendono difficile sapere quale potrebbe essere la sua applicazione nell’economia”, ha affermato la Consecomercio. “E’ innegabile però l’importanza e la rilevanza dell’uso delle criptovalute in Venezuela, considerando le limitazioni subite dai cittadini e dalle aziende quando si tratta di mobilitare i loro soldi”.

L’organizzazione ha affermato che è indispensabile chiarire alcune questioni chiave relative al Petro. Il gruppo ritiene che l’incertezza abbia generato sfiducia in questa tecnologia. Ad esempio, rimangono dubbi sul fatto che il Petro possa essere utilizzato per pagare gli stipendi, oppure come unità di conto o come riserva di valore, o se potrebbe essere usato come riferimento per il trading di valuta.

“L’uso delle criptovalute ha permesso al paese di canalizzare una parte importante delle rimesse che provengono dai venezuelani all’estero”, ha dichiarato Farías. “In un’economia in cui il bolivar è sempre meno utilizzato nelle transazioni, le criptovalute sono un elemento importante per mantenere il flusso di cassa all’interno dell’economia”.

Farías ritiene che il valore corretto di un Petro dovrebbe essere quello che il governo usa come unità di conto: “Per quanto ne sappiamo, 1 Petro vale 80.000 bolivar”, ha affermato, aggiungendo che le aziende attualmente utilizzano i prezzi stabiliti dalla Banca centrale del Venezuela come riferimento, anche se non esiste alcun legame esplicito tra la politica monetaria della banca e il progetto Petro.

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