Bitcoin: e se il peggio dovesse ancora arrivare?

Sembra proprio che il Bitcoin faccia sempre più difficoltà a risalire la china. Il 2019 si è aperto all’insegna dell’ottimismo per la criptomoneta in questione, che al contrario di quanto si aspettavano in molti, era effettivamente riuscita a riportarsi oltre i 4.000 dollari. Nei giorni successivi però è tornata a farsi strada la scure ribassista, con un cambio BTC/USD che è arrivato a toccare persino i 3.400 dollari. E pensare che a gennaio dello scorso anno la quotazione oltrepassava quota 10.000 dollari!

E’ chiaro a tutti, insomma, che il rally avuto dal Bitcoin negli anni passati difficilmente riuscirà a riproporsi, o quanto meno è molto improbabile che riuscirà a ripresentarsi di qui a breve: fattori internazionali di vario tipo hanno appesantito il clima che si respira sulle criptovalute, e di quest’aria pesante, vuoi o non vuoi, il primo a risentirne è per forza di cose il Bitcoin.

Di questo avviso è anche Oanda, secondo cui il cambio BTC/USD continuerà ad apparire fiacco anche nei prossimi periodi. Il fatto stesso che il prezzo del Bitcoin si stia continuando a tenere attorno ai 3.500/3.600 dollari è sintomo di come il sentiero ribassista non possa affatto dirsi allontanato, anzi, se vogliamo, continua a persistere inossidabile. Non ci sono e né si intravedono segnali di miglioramento, il che fa appunto pensare che da un momento all’altro la quotazione possa andare ulteriormente giù.

Craig Erlam, senior market analyst di Oanda, a questo proposito, spiega: “La discesa del Bitcoin è proseguita inesorabile, il che riafferma le considerazioni secondo cui i giorni più bui non sono ancora passati”. A detta dell’esperto, l’unica via per mitigare le pressioni ribassiste sarà il rialzo della quotazione almeno oltre i 4.500 dollari, con un’ulteriore successiva impennata a 6.000 dollari (che renderebbe un po’ più sicuro lo slancio rialzista). Numeri che oggi, con un Bitcoin a 3.400 dollari, appaiono appunto molto improbabili.

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